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mercoledì 9 giugno 2010

DA SCHILLACI A GASCOIGNE. LE METEORE MONDIALI

Chiamatele le meteore dei Mondiali. Quei giocatori protagonisti in un’edizione della Coppa del Mondo, che hanno toccato proprio quando contava di più la vetta di una carriera che poi non è stata più la stessa. Sports Illustrated ha selezionato i 10 casi più clamorosi. E al primo posto ha scelto Totò Schillaci.
NOTTI MAGICHE — Italia 1990 è il Mondiale delle Notti Magiche. Gli azzurri di Azeglio Vicini sognano di alzare la coppa in casa, come già riuscito nel 1934. Totò Schillaci ha 25 anni, e in Nazionale ha giocato una sola partita, ma si è conquistato la convocazione segnando 15 gol alla sua prima stagione in serie A con la maglia della Juventus. Contro l’Austria, prima gara degli Azzurri, parte dalla panchina, riserva di Gianluca Vialli e Andrea Carnevale. Al 75’ entra al posto dell’allora attaccante del Napoli, quattro minuti dopo è già in gol. Vicini ripete la staffetta anche nella successiva partita contro gli Stati Uniti, vinta 1-0 grazie a un gol di Giannini. Poi, nella terza sfida con la Cecoslovacchia, promuove Schillaci titolare e viene ripagato con un altro gol. Totò non esce più di squadra e continua a segnare: la sua velocità manda in tilt le difese avversarie, i suoi occhi strabuzzanti restano una delle immagini culto del Mondiale italiano. Il cammino azzurro si conclude con il terzo posto (2-1 all’Inghilterra, un gol è di Totò): Schillaci, capocannoniere di Italia ’90 con 6 gol, sembra lanciato verso una carriera da superstar, ma dopo il Mondiale non è più lo stesso. Mai più di 6 gol in serie A nelle stagioni successive, una sola altra rete in Nazionale, con cui gioca l’ultima partita il 25 settembre 1991, poco prima del tramonto dell’era Vicini. Il suo tramonto calcistico in Giappone, a meno di 30 anni. Ma la sua immortalità se l’era già conquistata.
IL PODIO — Sul podio con Schillaci ci sono Josimar, stellina protagonista col Brasile a Messico 1986, e Paul Gascoigne, una dei più positivi a Italia 1990. Il terzino destro brasiliano ha 24 anni quando fa il suo debutto con la Seleçao nella terza partita del Mondiale messicano, contro l’Irlanda del Nord. Maglia numero 13 sulle spalle, segna una rete spettacolare dai 25 metri, ripetendosi nella partita successiva contro la Polonia. Finisce nella squadra ideale del torneo poi vinto dall’Argentina di Maradona, ma la sua carriera finisce nel fango, colpa di una turbolenta vita notturna che lo fa finire in carcere per aver picchiato una prostituta. L’Inghilterra nel 1990 vive la Gazza mania, conquistata dalle prodezze di Paul Gascoigne, 23enne centrocampista che con le sue giocate trascina la squadra di Bobby Robson fino alla semifinale contro la Germania, persa ai rigori. Gazza piange lacrime amare in quella partita, per colpa di un cartellino giallo che gli sarebbe costato la finalissima. La carriera di Gascoigne continua, ma non tocca più le vette di Italia 1990, complice l’infortunio al ginocchio rimediato nella finale di FA Cup 1991. Al Mondiale non ha più messo piede: le sue follie fuori e dentro il campo sono storia.
TOP TEN — Gerry Armstrong è in quarta posizione: nel 1982 trascinò con tre reti la sua Irlanda del Nord oltre la prima fase a gironi. E dire che la stagione prima aveva fatto la riserva al Watford nella serie B inglese. Il russo Oleg Salenko segnò 6 reti per la Russia a Usa ’94, cinque delle quali nel 6-1 contro il Camerun. Miglior marcatore di quel Mondiale assieme al bulgaro Hristo Stoichkov, in nazionale non ha più messo piede. Joe Gaetjens nel 1950 segnò il gol che diede agli Usa un’incredibile vittoria sull’Inghilterra, ma non aveva nemmeno la cittadinanza americana. Tornato nella sua nativa Haiti, venne arrestato e ucciso dalla polizia segreta del presidente “Papa Doc” Duvalier. Ruben Moran debuttò nell’Uruguay nel match finale del Mondiale 1950, davanti ai 200mila del Maracana. Giocò una gran partita nel 2-1 che diede il titolo alla sua squadra, regalando al Brasile un dramma nazionale e un’ondata di suicidi. Ma Moran con l’Uruguay giocò solo un’altra partita. Ilhan Mansiz con 4 gol trascinò la Turchia al terzo posto al Mondiale 2002. Un anno dopo giocò la sua ultima partita in nazionale, prima che la sua carriera venisse stroncata dagli infortuni. Chiudono la top ten Viola, attaccante brasiliano protagonista nel supplementare della finale 1994 contro l’Italia, e Ernie Brandts, difensore olandese che segnò due gol ad Argentina 1978, compreso uno agli azzurri nel match che valeva un posto in finale e che lui aveva sbloccato con un autogol. Ma dopo il Mondiale uscì dal giro della nazionale. (Gazzetta.it)

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