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sabato 3 luglio 2010

URUGUAY IN SEMIFINALE DOPO 40 ANNI



MONDIALI DI CALCIO 2010 – QUARTI DI FINALE
URUGUAY-GHANA 5-3 d.c.r (1-1 d.t.r.)
45' Muntari (G) - 55' Forlan (U)
SEQUENZA DEI RIGORI: Forlan (U) goal, Gyan (G) goal, Victorino (U) goal, Appiah (G) goal, Scotti (U) goal, Mensah (G) parato, Pereira M. (U) alto, Adiyiah (G) parato, Abreu (U) goal.
Pazzesco, imprevedibile, drammatico. E' il finale di Uruguay-Ghana, minuto centoventi di una partita giocata a viso aperto, equilibrata, chiusa sull'1-1 per le reti di Muntari e Forlan. Dunque supplementari, gli africani ci provano, i sudamericani badano a non scoprirsi. Un'occasione, una soltanto, la concedono: Adiyah colpisce di testa, Suarez para sulla linea. Non è il portiere, rosso e rigore. L'arbitro portoghese Benquerenca aspetta l'esecuzione di Gyan per fischiare la fine. L'ex Udinese e Modena calcia potente, centrale, sulla traversa. Il dramma del Ghana inizia qui e finisce dieci minuti più tardi, con "saracinesca" Muslera che para due tiri dal dischetto e porta l'Uruguay in semifinale a quarant'anni di distanza dall'ultima volta.
Piangono i calciatori del Ghana e la gente sugli spalti. Niente Africa in semifinale, Muntari e compagni fanno la fine di Camerun e Senegal di Mondiali passati. L'appuntamento con la storia è rimandato. Il rumore fino a quel momento assordante delle trombe di plastica è improvvisamente cessato. Sulle facce di tanti una tristezza palpabile, mai come questa volta una singola nazionale ha rappresentato tutto un continente, e per incitarla si era scomodato perfino Nelson Mandela.
Al termine di una partita interminabile e densa di emozioni, gli uomini di Tabarez si sono dimostrati più precisi e più freddi dagli undici metri rispetto ai giocatori ghanesi, e in semifinale affronteranno l'Olanda, giustiziera del Brasile. Esce a testa alta dai mondiali il Ghana, che anzi, alla luce di quanto ha fatto vedere nel secondo tempo supplementare, avrebbe meritato di vincere.
Troppo facile identificare con il rigore sbagliato da Gyan Asamoah all'ultimo minuto del secondo tempo supplementare la chiave di volta del match. Ma così è. E se Gyan avesse trasformato, coronando in tal maniera un secondo tempo supplementare giocato superbamente dalla sua squadra e una sua prestazione personale come migliore in campo, saremmo qui a parlare non solo di un'altra partita, ma di un altro Campionato del mondo.
Sono pochi gli sport che sanno regalare emozioni così intense, concentrate in pochissimi atti. Partite come quelle di queste sera se ne vedono una ogni quattro anni, se va bene, ma quando si ha il piacere di assistervi, non si dimenticano facilmente. L'Uruguay è in semifinale dopo quarant'anni tondi tondi: complimenti al suo leader fuori dal campo, il pacato e competente Oscar Tabarez, e al suo leader in campo, il grandissimo Diego Forlan.

Olanda, il colpo che non ti aspetti


Alla vigilia di Olanda-Brasile, quarto di finale più spettacolare assieme a Germania-Argentina, i favori del pronostico pendevano nettamente verso la Seleçao di Dunga. Più campioni, gioco spumeggiante, reparti fortissimi senza nessuna eccezione, mentre gli orange, fortissimi dalla cintola in su, non davano le dovute garanzie nel pacchetto arretrato, troppo fragile per reggere all'urto dei giocolieri brasiliani.


Peccato che nel calcio nulla sia scontato, e guardando tra le pieghe della gara si capisce benissimo perchè l'Olanda, questa Olanda, abbia battuto un Brasile fin troppo sicuro di sè e del passaggio del turno.


Sneijder, innanzitutto. Il piccolo trequartista dell'Inter, scaricato dal Madrid assieme a Robben, oggi vale ben più del Kakà versione ridotta preso dalle stesse merengues e che ieri si accendeva a tratti, ricordando di tanto in tanto chi è stato fino a due anni fa. L'olandese invece è un motore perpetuo di idee, sempre nel vivo del gioco e sempre pericoloso col suo piede telecomandato: propizia l'autogol dell'1-1, segna addirittura di testa il gol della qualificazione, e dopo aver castigato Slovacchia e Giappone, sprinta verso la finale con la consapevolezza di aver scalzato probabilmente i suoi colleghi verdeoro nella caccia al prossimo Pallone d'Oro.


E vogliamo parlare di quel satanasso di Robben? Assolutamente devastante, imprendibile e mai banale. Raramente si ferma a specchiarsi in giocate da circo, eppure come riesce a spaccare le difese lui, in questo momento non vedo altri in circolazione. E ci può stare che, dopo averlo visto a destra, a sinistra, praticamente ovunque, a un mediocre come Melo venga il raptus di follia che poi è sfociato nel rosso diretto.


Già, Melo. Che è un sopravvalutato lo dico da due anni, ma riesce sempre a stupirmi con la sua capacità di partorire cappellate sempre nuove e sempre in momenti cruciali della partita. Dopo aver fornito a Robinho l'assist da dieci e lode del vantaggio brasiliano, mister 25 milioni disfa la tela incornando nella sua porta il cross di Sneijder, ingannando così anche Julio Cesar, poi completa l'harakiri con il calcione gratuito e violento a Robben che di fatto stronca le residue speranze di rimonta del Brasile. Follia pura, e adesso mi viene da ridere pensando a chi ancora lo reputa un centrocampista di livello mondiale: basta davvero poco a creare dei personaggi, oggi.


E così passa l'Olanda, in una gara che onestamente il Brasile sembrava avere in pugno ma che poi improvvisamente è cambiata attorno all'episodio del gol del pari. Il copione che sembrava scritto, si è modificato in corso d'opera con la ferocia che solo il calcio riesce a imprimere alle sue gare, rivoluzionandone equilibri e direzioni. Nulla o quasi però succede per caso, e Dunga avrà di che meditare sulle cause che hanno portato alla distruzione di un sogno chiamato hexa, il sesto titolo mondiale.


Un pò di fortuna, dopo i due titoli mondiali sfumati tra il '74 e il '78, gli olandesi se la meritavano. A smontare quella macchina perfetta guidata da Cruijff e che aveva rivoluzionato il modo di concepire il calcio con il "calcio totale", si misero prima la Germania di Breitner, poi la dittatura di Videla: adesso, c'è l'Uruguay di Tabarez tra gli arancioni e la storia, che quest'anno può davvero riscriversi.

CLAMOROSO COLPACCIO OLANDA, BRASILE ELIMINATO!!!



MONDIALI DI CALCIO 2010 – QUARTI DI FINALE
OLANDA-BRASILE 2-1
9' Robinho (B) - 52' aut. Felipe Melo (O) - 67' Sneijder (O)
Il risultato che non ti aspetti. Brasile-Olanda era sfida tra due grandi nazionali ma i pronostici pendevano decisamente dalla parte dei verdeoro. Che a sorpresa tornano a casa. Sembrava un pomeriggio magico per la Selecao, passata subito in vantaggio al 9' con Robinho e padroni assoluti del campo per un tempo. Ma nel calcio nulla può essere dato per scontato. L’Olanda è più convinta nella ripresa, un'autorete di Felipe Melo, un gol di Sneijder e l’espulsione di Felipe Melo invertono le sorti della gara che vedono trionfare gli orange.
L’Olanda, storicamente bella, persino magnifica, ma impossibile, stavolta è al massimo carina, però porta a casa un grandissimo risultato, e il 6 luglio contro l’Uruguay scenderà in campo da favorita verso quella finale che manca da 32 anni. Il Brasile di Dunga, accusato di essere troppo pragmatico, paga invece gli sprechi davanti, ed errori difensivi che non sembravano appartenergli.
Probabilmente la svolta alla gara l’hanno data Sneijder e Felipe Melo. L’olandese, sempre più protagonista di questo Mondiale, ha trascinato insieme a Robben i suoi mentre il centrocampista juventino prima ha segnato un autogol e poi si è fatto espellere per un fallo cattivo e ingenuo lasciando il Brasile in inferiorità numerica proprio nel momento di maggiore difficoltà.
Questo Mondiale fa un’altra vittima illustre. Dopo Italia, Francia e Inghilterra torna a casa anche il Brasile. Il Dio Pallone dà un bel schiaffone in faccia a chi già pronosticava una finale tutta sudamericana Brasile-Argentina. Non possiamo comunque trascurare i meriti di un’Olanda che è arrivata qui con l’etichetta di outsider e si sta rivelando una delle nazionali più forti ed interessanti. Non dimentichiamoci che Sneijder e compagni hanno conquistato la qualificazione alla fase finale vincendo 8 gare su 8 e stanno continuando su questa striscia positiva visto che sono gli unici che hanno vinto tutte le gare del Mondiale fin qui disputate.
La semifinale la mette di fronte un avversario abbastanza agevole. La finale è molto vicina e chissà che finalmente gli uomini di Van Marwijk non riescano a realizzare ciò che non riuscì all’Arancia meccanica di Johan Cruyff, vincere il titolo Mondiale.

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