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martedì 13 luglio 2010

QUESTO BLOG CHIUDE I BATTENTI


E dopo 43 giorni, 87 post (88 con questo che sto scrivendo) e 3204 (più o meno) visite questo blog chiude i battenti. Cosa abbastanza normale. E’ un blog sui Mondiali, i Mondiali sono finiti pertanto è giusto anche concludere questa esperienza.
Anche perché sinceramente non è stata un’esperienza granché positiva. Questo blog partiva con i presupposti di un ritrovo collettivo, dove ognuno aveva libertà di espressione e dove chiunque poteva dire la sua scrivendo con la massima libertà. Una sorta di "bar dello sport sul web".
Quando è nata l’idea, speravo in una collaborazione più massiccia (5-6 collaboratori) e invece hanno accettato solo in due. Poteva andare comunque bene. Ma entrambi, per impegni di studio, sono stati latitanti per gran parte del tempo.
Alla fine mi sono ritrovato da solo a scrivere (se non ho fatto male i conti su 87 post solo 18 non sono stati scritti da me) e inevitabilmente anche il blog ne ha perso in originalità e smalto. Come sicuramente avrete notato ho scritto quasi sempre solo resoconti delle partite, parlando molto raramente di altro o dando spazio a commenti ed opinioni.
Pazienza. La prossima volta farò tesoro di questa esperienza e spero di riuscire a creare un prodotto migliore, nella speranza di trovare anche collaboratori più attivi.
Un saluto e un ringraziamento a tutti (in particolare ad Antonio e Dario, i miei collaboratori) e vi ricordo che se vorrete potete continuare a seguirmi su DE RERUM CALCIORUM.

lunedì 12 luglio 2010

COSA RESTERA’ DI QUESTO MONDIALE

1 - LE VUVUZELAS
Rumorose e
monocordi, un rumore impressionante e
tanto tanto fiato per soffiarci dentro. L’odiosa trombetta sudafricana ci ha rotto i timpani (e qualcos’altro) per un mese intero. Ma, ahimè, non finisce qui. Questa famigerata vuvuzela minaccia di arrivare in Italia molto presto. Per la nostra disperazione
2 - LA GRANDE FIGURA DI MERDA DELLA NAZIONALE AZZURRA
E chi se la scorda più una figuraccia così della nostra nazionale? Arrivati da Campioni del Mondo in carica, siamo riusciti nell’impresa di farci sbattere fuori in un girone ridicolo. E pensare che all’inizio erano tutti ottimisti, convinti che avremo fatto molta strada. I pochi (di cui faccio orgogliosamente parte) che si permettevano di obiettare e di criticare la nazionale venivano accusati di essere intertristi, antisportivi e roba del genere. Sto ancora aspettando qualcuno con le palle che mi venga a dire “scusa avevi ragione tu”.
3 - IL GOL DI LAMPARD.
Quel pallone che sbatte sulla traversa prima di entrare mezzo metro oltre la linea di porta è l’emblema di tutti gli errori arbitrali di questo Mondiale. Per carità sbagliare si può ma un errore cos’ è fin troppo grossolano.
4 - POLPO PAUL
Il mollusco tedesco (anche se pare che sia stato pescato in Italia) se ne stava buo
no buono nel suo acquario finché qualcuno non ha avuto la splendida idea di fargli fare un pronostico sulla partita della Germania. E’ stato l’inizio della fine. Anche perché il polpo ha azzeccato tutti i pronostici diventando una celebrità.
5 - I VESTITI DI MARADONA
Eravamo abituati a vedere il Pibe d’oro in tuta. In questo Mondiale, su richiesta delle figlie, Maradona si è presentato vestito elegantemente con tanto di giacca e cravatta. Fra una settimana devo andare ad una Cresima qualcuno ha il numero di telefono del sarto che ha cucito i vestiti del Dieguito?
6 - NOTTI MONDIALI E LA RAI
A parte che continuano a girarmi le palle se penso che paghiamo il canone e poi non possiamo vederci tutte le partite del Mondiale. Sinceramente non mi aspettavo molto dalla tivù di stato, vista anche la qualità di giornalisti e opinionisti. Ma credo che mai come quest’anno si sia toccato il fondo. La trasmissione “Notti Mondiali” era inguardabile e per chi, come me, era costretto ad affidarsi alla Rai per seguire highlights e commenti è stato un massacro. E che dire delle telecronache? Quasi quasi preferivo il sordo rumore delle vuvuzelas ai comme
nti di Bagni. Piccola consolazione. Fra 4 anni sarà davvero difficile fare peggio.
7 - SARA, LARISSA E LE ALTRE
E stato anche il Mondiale delle donne. Da Sara Carbonero, giornalista e fidanzata di Casillas, a Larissa Riquelme, che prometteva spogliarello in caso di vittoria del Paraguay, a Bobbi Eden, che prometteva sesso gratis in caso di vittoria dell’Olanda passando per tutte le fidanzate, mogli, compagne dei giocatori. E' stato un fiorire di bellezze da tutto il mondo.
8 - IL SUDAFRICA
Per la prima volta un paese africano organizza la massima competizione mondiale. Buona organizzazione e discreto successo per questo Mondiale fortemente voluto da Nelson Mandela.
9 - I GOL
E alla fine qualsiasi partita, manifestazione, finale, viene ricordata per le reti. Gol fortuiti, gol belli, gol stupendi, gol di classe. Qualcuno ce lo ricorderemo sempre, qualcuno ci sfuggirà, qualcun altro lo rivedremo fra un po’ di anni e ci accorgeremo di non ricordarlo affatto.
10 - E IL DECIMO…
Il decimo punto lo lascio a voi. Cosa resterà di questo Mondiale?

I 23 GIOCATORI DELLA SPAGNA CAMPIONE DEL MONDO


1. IKER CASILLAS (Real Madrid CF)
2. RAUL ALBIOL (Real Madrid CF)
3. GERARD PIQUÈ (FC Barcelona)
4. CARLOS MARCHENA (Valencia CF)
5. CARLES PUYOL (FC Barcelona)
6. ANDRES INIESTA (FC Barcelona)
7. DAVID VILLA (Valencia CF)
8. XAVI HERNANDEZ (FC Barcelona)
9. FERNANDO TORRES (Liverpool FC)
10. CESC FABREGAS (Arsenal FC)
11. JOAN CAPDEVILA (Villarreal CF)
12. VICTOR VALDES (FC Barcelona)
13. JUAN MATA(Valencia CF)
14. XABI ALONSO (Real Madrid CF)
15. SERGIO RAMOS (Real Madrid CF)
16. SERGIO BUSQUETS (FC Barcelona)
17. ALVARO ARBELOA (Real Madrid CF)
18. PEDRO RODRIGUEZ (FC Barcelona)
19. FERNANDO LLORENTE (Athletic Club Bilbao)
20. JAVI MARTINEZ (Athletic Club)
21. DAVID SILVA (Valencia CF)
22. JESUS NAVAS(Sevilla FC)
23. PEPE REINA (Liverpool FC)

domenica 11 luglio 2010

SPAGNA, IL TITOLO MONDIALE E' TUO


MONDIALI DI CALCIO 2010 – FINALISSIMA
OLANDA-SPAGNA 0-1
115’ Iniesta (S)

OLANDA: Stekelenburg, van der Weil, Heitinga, Mathijsen, van Bronckhorst (99’ Braahfied), De Jong (99’ van der Vaart), van Bommel, Robben, Sneijder, Kuyt (70‘ Elia), van Persie.
A disp.: Vorm, Broschker, Boulahrouz, Ooijer, De Zeeuw, Schaars, Babel, Afellay, Huntelaar.
All: van Marwijk
SPAGNA: Casillas, Sergio Ramos, Puyol, Piqué, Capdevila, Busquets, Xabi Alonso (86‘ Fabregas), Xavi, Iniesta, Pedro (60‘ Navas), David Villa (105’ Torres).
A disp.: Reina, Valdes, Albiol, Marchena, Arbeloa, J. Martinez, Silva, Mata, Llorente.
All: Del Bosque
ARBITRO: Webb (Inghilterra)

Se 4 anni fa il cielo sopra Berlino era azzurro, stavolta il cielo sopra Johannesburg è rosso. La Spagna è campione del mondo per la prima volta nella sua storia. Le Furie Rosse centrano la storica vittoria grazie al successo per 1-0 contro l'Olanda nella finale del Mondiale in Sudafrica. Decide la partita un gol di Iniesta nel secondo tempo supplementare, dopo una partita poco spettacolare e molto fallosa.
Partita non bella, molti interventi duri che costringono l'arbitro inglese Webb a usare il cartellino giallo con frequenza. Poche le occasioni da rete nel primo tempo, qualche emozione in più nella ripresa. Ma il risultato non si sblocca e allora si va ai supplementari. Dopo un rigore netto negato alla Spagna, arriva a 10 minuti dal termine l’espulsione di Heitinga. L’Olanda in dieci mantiene senza correre particolari rischi ma a 4 minuti dalla fine, quando tutti pensavano già alla lotteria dei rigori arriva il gol di Iniesta che regala alle Furie Rosse il primo titolo Mondiale e le permette di firmare una clamorosa doppietta: Europeo più Mondiale, come in passato avevano saputo fare solo Germania e Francia (i transalpini a rovescio, però, vincendo prima il Mondiale).
Campioni del Mondo!!! La festa spagnola può iniziare. I ragazzi di Del Bosque si riconfermano una grandissima nazionale, magari non sono stati brillanti come due anni fa all’Europeo ma la vittoria finale è strameritata. E considerata l’età media dei giocatori, c’è la seria possibilità che questa squadra possa dominare in Europa e nel mondo per i prossimi anni.
L’Olanda non è stata bella. Robben ha sbagliato due occasioni d’oro davanti a Casillas mentre Sneijder ha svolto il suo compitino senza dare quella marcia in più necessaria alla squadra. C’è da dire che la Spagna ha provato a vincere la partita mentre gli Orange si sono limitati solo a commettere falli, spesso anche abbastanza duri.
Gli olandesi non riescono a scrollarsi di dosso l’etichetta di magnifici perdenti e Robben e Sneijder falliscono l’appuntamento con la storia come fecero a loro tempo Crujff, Neeskens e Krol.
Non falliscono invece l’appuntamento con la storia gli spagnoli che alla prima finale mondiale centrano il successo e si issano sul tetto del mondo. Campioni del mondo. E di fronte a questa nazionale non possiamo che inchinarci ed applaudire.
SPAGNA CAMPIONE DEL MONDO

VERSO LA FINALE. IL POLPO PAUL DICE SPAGNA.

Il polpo tedesco Paul, diventato famoso per aver azzeccato finora tutti i pronostici, non ha dubbi. A vincere il Mondiale sudafricano sarà la Spagna. Finora non ha sbagliato un colpo. Avrà azzeccato anche stavolta?

sabato 10 luglio 2010

GERMANIA SUL PODIO. MA COMPLIMENTI ANCHE ALL'URUGUAY


MONDIALI DI CALCIO 2010 – FINALE 3-4 POSTO
URUGUAY-GERMANIA 2-3
19’ Muller (G) - 28’ Cavani (U) - 51’ Forlan (U) - 56’ Jansen (G) - 82’ Kedhira (G)
La chiamano finalina ma è stata una delle partite più belle e divertenti di tutto il Mondiale. Probabilmente perché sia Germania che Uruguay erano libere da pressioni e hanno giocato in scioltezza, senza troppi pensieri.
Apre le danze Müller (assente nella semifinale, ed è stata un’assenza pesante) con un comodo tap in dopo un tiro da fuori di Schweinsteiger che Muslera non trattiene. Ma nove minuti dopo, al termine di un perfetto contropiede, Cavani supera Butt (schierato da Loew al posto di Neuer) su assist perfetto di Suarez. Lo stesso Suarez pochi minuti dopo spreca un'incredibile occasione: tutto solo davanti al portiere della Germania, riesce a mandare largo. L'Uruguay, però, riesce ad andare in vantaggio al 52' con il solito Forlan, bravissimo a mettere alle spalle di Butt con una gran girata al volo dal limite dell'area su cross dalla destra di Arevalo. Un gol stupendo per coordinazione e tiro. Passano cinque minuti e Muslera commette il secondo grave errore della sua serata: su una palla alta apparentemente innocua proveniente dalla destra, l'estremo difensore della Celeste esce malissimo, consentendo a Jansen di mettere in rete di testa. All'83' i tedeschi riescono ad andare di nuovo a segno. Questa volta Muslera c'entra poco, anche se forse ritarda l'uscita. Fatto sta che su una palla vagante la difesa uruguagia s’impappina (in particolare il rientrante capitano Lugano) e Khedira ha tutto il tempo per mettere in gol di testa. Ultimo brivido al secondo e ultimo minuto di recupero, con Forlan, sempre lui, che prende una traversa piena a Butt battuto.
Finisce con i tedeschi che festeggiano, con un pizzico di amarezza, per il terzo posto. Facce tristi ma non troppo, invece, in casa Uruguay: nonostante il ko di stasera, la Celeste rientrerà a Montevideo da trionfatrice.
Entrambe avrebbero meritato il terzo posto ma purtroppo nel calcio c’è sempre una vincente.
Gli errori di Muslera pesano come macigni sul risultato finale e macchiano pesantemente il mondiale del portiere laziale. Non che finora avesse entusiasmato in particolar modo (non capsico come alcuni giornali l’abbiano inserito tra i migliori della competizione) ma sinceramente l’estremo difensore uruguaiano aveva disputato un buon Mondiale (seppur con qualche incertezza di troppo). Stasera invece è stato disastroso.
Rimane in fatto però che l’Uruguay ha giocato un ottimo Mondiale. Tra le sudamericane era quella che godeva di meno considerazione e alla fine è stata quella più continua e che ha fatto più strada. I ragazzi di Tabarez il loro Mondiale l’hanno vinto comunque.
Delusione in casa Germania. Il terzo posto lascia l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. I teutonici hanno giocato il miglior calcio del Mondiale e avrebbero sicuramente meritato di arrivare in finale. Invece, come quattro anni fa, devono accontentarsi del quarto posto. Poco male. Questa nazione è giovanissima e fra 4 anni potrà nuovamente tentare l’assalto al titolo Mondiale.

SESSO GRATIS PER TUTTI !!! MA SOLO SE VINCE L'OLANDA...


Ho la vaga sensazione che l’Olanda domani sera avrà un bel po’ di tifosi in più. Infatti i fan della pornostar olandese Bobbi Eden tiferanno per gli Orange.
Il motivo? ce lo spiega la diretta interessata sul suo account di Twitter «If #ned wins the #worldcup I will give a BJ to all my followers, together with @vickyvette, @misshybrid and @gabbyquinteros». Per chi non mastica il twitt-inglese, la diva del porno promette di fare sesso orale con ciascuno dei suoi fan nel caso l'Olanda battesse le Furie rosse e conquistasse la sua prima Coppa del Mondo. Siccome però i suoi seguaci sono un discreto numero - dall'annuncio poi sono ovviamente cresciuti a dismisura - Bobbi ha pensato bene di farsi aiutare da alcune colleghe, per l'appunto Vicky Vette, Gabby Quinteros e Miss Hybrid.
La moda dello spogliarsi in caso di vittoria della propria squadra/nazionale sembra già superato. E chissà se fra i seguaci della bionda attrice a luci rosse non c’è anche qualche supporter spagnolo…

mercoledì 7 luglio 2010

PUYOL PORTA LA SPAGNA IN FINALE E NELLA STORIA


MONDIALI DI CALCIO 2010 – SEMIFINALE
GERMANIA-SPAGNA 0-1
73’ Puyol (S)
La Spagna batte la Germania a Durban grazie a una rete di Puyol e raggiunge l’Olanda in finale, al Mondiale sudafricano. L’11 luglio il Soccer City stadium di Johannesburg proclamerà un campione del mondo inedito, perché entrambe le squadre sono a secco di successi, a questo livello. E sarà la prima vittoria di un’europea in un Mondiale giocato lontano dal vecchio continente.
Il primo tempo non ha regalato grandi emozioni con le due squadre un po' bloccate dall'emozione e attente a non concedere occasioni.
Il ritmo è salito notevolmente nella ripresa con le due squadre che si sono allungate. La partita però è rimasta in perfetto equilibrio, con occasioni da una parte e dall'altra. Al 28' è arrivato il gol di Puyol che ha sbloccato il risultato. Il difensore del Barcellona, lasciato completamente solo, è saltato più in alto di tutti e ha insaccato su calcio d'angolo. Una doccia fredda per la Germania, che ha provato a reagire subito gettandosi in avanti. La Spagna però si è chiusa bene, concedendo poco e diventando pericolosissima in contropiede. Nel finale le Furie Rosse hanno avuto anche una grossa occasione per raddoppiare, ma Pedro ha deciso di non servire Torres tutto solo in area e si è fatto rubare il pallone. Un errore gravissimo che ha lasciato gli uomini di Del Bosque con il fiato sospeso per altri 10 minuti.
La Germania si ferma per la seconda volta consecutiva in semifinale. Fallisce il progetto di alzare la coppa in Sudafrica dopo averla vista alzare dagli Azzurri a Berlino quattro anni fa. La squadra di Low, senza Muller squalificato, è rimasta a secco dopo aver rifilato quattro gol ad Australia, Inghilterra e Argentina.
E ora, comunque vada dal campo uscirà una vincitrice inedita. Nessuna delle due squadre ha mai vinto un Mondiale. La Spagna non ha mai giocato nemmeno una finale finora, mentre gli Orange non ne disputano una dal '78, anno dei Mondiali in Argentina. In quel caso furono sconfitti dai padroni di casa, come nel '74, quando persero all'ultimo atto contro la Germania.
Qualche tempo fa auspicavo la vittoria di un’outsider. Vuoi vedere che avevo visto giusto?

martedì 6 luglio 2010

SNEIJDER-ROBBEN, L'OLANDA E' IN FINALE

MONDIALI DI CALCIO 2010 – SEMIFINALE
URUGUAY-OLANDA 2-3
17' Van Bronckhorst (O) - 40' Forlan (U) - 70' Sneijder (O) - 73' Robben (O) - 91' Maxi Pereira (U)
L’Olanda è la prima finalista del Mondiale sudafricano. Contro l’Uruguay la differenza la fanno gli uomini migliori degli arancioni: Sneijder - ancora implacabile come finalizzatore e ora capocannoniere -, e Robben - uscito fuori alla distanza - stendono uno scorbutico Uruguay, messo in campo in maniera esemplare da Tabarez, che aveva imbrigliato per 70’ la manovra dei tulipani e pareggiato con l’ottimo Forlan la folgore di Van Bronckhorst. Inutile la rete nel recupero di Maxi Pereira, che fissa il 3-2 finale. Per l’Olanda è la decima vittoria in altrettante uscite del 2010. E la terza finale mondiale, dopo quelle perdenti del 1974 e 1978. L’Uruguay, in campo con quattro giocatori dell’ultima serie A, giocherà il 10 luglio la finale per il terzo posto, il giorno dopo l’Olanda si giocherà la gloria eterna. Comunque vada l’altra semifinale, Germania-Spagna, questa sarà la prima vittoria in un Mondiale di una squadra europea fuori dal Vecchio Continente.
Gli olandesi però faticano più del previsto per venire a capo della partita. E pensare che si era messa in discesa dopo il missile di Van Bronckhorst. L’Uruguay però non molla e nel finale del primo tempo trova il gol del pareggio con un altro missile. Stavolta è Forlan a infilare il gol, anche se Stekelenburg non è esente da colpe.
Nella ripresa Uruguay che imbriglia la manovra e chiude gli spazi agli olandesi. Poi però salgono in cattedra i fuoriclasse. Sneijder con un tiro angolato dal limite batte Muslera e tre minuti dopo Robben di testa, con la complicità della difesa uruguaiana, chiude il match. Arriva nel recupero il gol di Maxi Pereira che però serve davvero a poco.
L’Uruguay, che ha accarezzato il sogno di tornare in finale dopo 60 anni, viene eliminato ma esce dalla competizione a testa alta. Gli uomini di Tabarez hanno disputato un ottimo Mondiale e proveranno comunque a strappare il terzo posto alla perdente di Germania-Spagna.
Che dire invece dell’Olanda? Anche oggi, a tratti, non è sembrata impeccabile. Merito forse più degli avversari. Poi però la differenza l’hanno fatta i campioni. Sneijder e Robben sono in forma strepitosa e stanno trascinando quest’Olanda lungo questo sogno chiamato Mondiale. Gli Orange sono ad un passo dalla gloria, dall’apoteosi. Riusciranno dove fallirono Cruyff e compagni più di trent’anni fa? Lo scopriremo fra pochi giorni…

lunedì 5 luglio 2010

LA RIVINCITA DEL CALCIO EUROPEO

Non più tardi di una decina di giorni fa elogiavamo il calcio sudamericano che dettava legge in questo Mondiale e che aveva qualificate tutte e 5 le sue rappresentanti e 4 di esse addirittura da vincenti del girone. Non c’erano dubbi, era un Mondiale targato Sudamerica la cui finale già scritta era Brasile-Argentina. E le europee? Deludenti, sottotono, bocciate. Soprattutto Italia e Francia che quattro anni fa si giocarono il titolo nell'atto finale e stavolta se ne tornano a casa umiliati dopo aver disputato un girone raccapricciante.
Passano 10 giorni e tutto cambia. Già perché nelle quattro che si contenderanno il titolo troviamo una sola squadra sudamericana e ben 3 rappresentanti del vecchio continente. Le superfavorite Brasile e Argentina se ne sono tornate a casa.
Il record delle formazioni sudamericane, che solo qualche giorno fa si erano ritrovate in massa ai quarti, è stato polverizzato in 72 ore. La vecchia Europa, arrivata fin qui in minoranza, si è presa una rivincita storica, portando comunque tutte e tre le sue squadre alle semifinali. 3-0 il bilancio finale per l'Europa sul Sudamerica: dopo l'Olanda, che ha fatto fuori il Brasile, la Germania ha umiliato l'Argentina e la Spagna ha superato il Paraguay. In rappresentanza del Sudamerica ora è rimasto solo l'Uruguay che ha comunque rischiato grosso col Ghana e che proverà a tenere alta la bandiera del Sudamerica anche se contro l’Olanda, caricata dalla vittoria sul Brasile, nella semifinale di domani sera spuntarla non sarà facile.
Alla fine il calcio tecnico e organizzato delle europee ha avuto la meglio sul futbol bailado delle sudamericane.
Questa Germania è squadra giovane, con un'età media 24 anni e 96 giorni, e multietnica, con la perfetta integrazione dei figli degli immigrati. Ed è anche l'immagine della rinascita del movimento calcistico tedesco, visto che il Paese detiene tutti i tre titoli europei Under 17, 19, 21. Le vittorie contro Inghilterra e Argentina non sono frutto della casualità ma di un progetto serio (proprio quello che manca nel nostro paese).
L’Olanda è la presunta sorpresa di questo Mondiale. Ma una squadra che ha vinto a punteggio pieno il proprio girone di qualificazione non è da sottovalutare e hanno commesso un grave errore tutti quelli che non hanno preso in considerazione gli orange.
Infine la Spagna. Non è più la Spagna di due anni fa. Ha perso molto del suo smalto e non convince in nessun reparto. Per ora sta rimanendo a galla grazie ai gol di Villa ma se vuole puntare al titolo, dovrà svegliarsi dal torpore.
Il Mondiale sudafricano non parla più sudamericano ma la lingua europea. I fuoriclasse sono tutti a casa, restano solo i giocatori che giocano con e per la squadra. Il calcio europeo si è preso la sua rivincita. E ora voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di dire “io l’avevo detto”…

domenica 4 luglio 2010

CI PENSA SEMPRE VILLA, SPAGNA IN SEMIFINALE


MONDIALI DI CALCIO 2010 – QUARTI DI FINALE
PARAGUAY-SPAGNA 0-1
83’ David Villa
La Spagna supera a fatica 1-0 un ottimo Paraguay e si qualifica per la semifinale del Mondiale, dove incontrerà la Germania. Il gol della vittoria è stato siglato da Villa all'83'. In precedenza c'era stata un'incredibile alternanza di emozioni. Al 14' i sudamericani hanno fallito un calcio di rigore con Cardozo, il cui tiro è stato bloccato da Casillas. Un minuto dopo, sul ribaltamento di fronte, penalty per la Spagna e trasformazione affidata a Xabi Alonso. Il centrocampista segna, ma l'arbitro fa ripetere. Al secondo tentativo il portiere Villar respinge il tiro.
E così l’Europa batte nelle sfide dirette dei quarti il Sudamerica 3-0: dopo le imprese di Olanda e Germania contro Brasile e Argentina, la Spagna, almeno lei, rispetta il pronostico, in un Mondiale senza padroni, ringraziando le parate di Casillas (un rigore sullo 0-0 e un miracolo allo scadere) e l’opportunismo di Villa, che ha segnato 5 dei 6 gol delle Furie Rosse.
Con il passaggio in semifinale, la Spagna torna fra le prime quattro di un Mondiale dopo 60 anni: l'ultima volta che ci era riuscita, ed anche l'unica, risaliva al Mondiale del 1950, quando si classificÒ quarta nel girone finale a quattro. In pratica, da quando esiste la formula odierna, è la prima semifinale per la Spagna. Ha deciso ancora una volta David Villa, che questa sera ha segnato il suo quinto gol nell'attuale edizione del campionato del Mondo, eguagliando così Estanislao Basora ed Emilio Butragueno, che condividevano il primato di goleador iberici in una singola edizione di un Mondiale.
Paraguay-Spagna entra direttamente nel Guinness dei primati della storia dei Mondiali: era infatti accaduto solo una volta, il 19 luglio 1930 in Argentina-Messico 6-3 (fase a gironi). che nella stessa gara venissero falliti due rigori. Quella volta sbagliarono prima l'argentino Paternoster e poi il messicano Rosas. Nella stessa partita venne assegnato un terzo rigore, trasformato dal messicano Rosas. Iker Casillas è invece il terzo portiere a parare due rigori ai Mondiali, dopo quello neutralizzato il 16 giugno 2002 all'irlandese Harte. In precedenza ci erano riusciti il polacco Jan Tomaszewski (entrambi nel 1974) e lo statunitense Brad Friedel (ambedue nel 2002).
Il Paraguay se ne torna a casa con la testa alta e i quarti di finale come ricordo, miglior traguardo di sempre.
La nazionale di Martino ha disputato un Mondiale positivo, vincendo il girone dell’Italia e mettendo in difficoltà la Spagna. I quarti è sicuramente un traguardo soddisfacente e probabilmente inaspettato ad inizio torneo.
La Spagna vince ma continua a convincere poco. Come contro il Portogallo è stato Villa a regalare la vittoria alle Furie Rosse ma non si è vista una grande Spagna. Per battere la Germania servirà una grande Spagna, proprio quella che non si è vista finora.

GERMANIA DEVASTANTE, MARADONA TORNA A CASA UMILIATO


MONDIALI DI CALCIO 2010 – QUARTI DI FINALE
ARGENTINA-GERMANIA 0-3
3’ Müller (G) - 68’ Klose (G) - 74’ Friederich (G) - 89’ Klose (G)
Dopo il Brasile cade anche l'altro gigante sudamericano. L'Argentina di Diego Maradona riprende la via del Sudamerica e la riprende con l'onta e l'umiliazione di aver perso per 4-0 contro una Germania praticamente perfetta. Usciti di scena i cugini brasiliani, Maradona non aveva esultato, ma la sua Argentina aveva cominciato a credere che quello sudafricano fosse il suo Mondiale. Scongiuri a parte, l'illusione è durata appena 24 ore e si è dissolta sotto i colpi di una Germania praticamente perfetta: nessuna rivincita è così arrivata per l'eliminazione di quattro anni fa. Un 4-0 che non ammette alibi. In vantaggio con Mueller già al 3' del primo tempo, su distrazione della difesa dell'Argentina, la squadra tedesca ha chiuso i conti nella ripresa con le altre reti di Klose, al 23' e di Friedrich, al 29', dopo ottime azioni corali della squadra tedesca. Il quarto gol, ancora di Klose, al 44', al volo su azione di contropiede, è stata quasi un'umiliazione per l'Argentina, punita dall'ottimo controllo del centrocampo dei tedeschi e dall'ariosità della loro manovra.
Dopo quattro vittorie di fila e tante illusioni, l'Argentina lascia il Mondiale nel peggior modo possibile. Il calcio argentino, che era sembrato bello da vedere ed efficace nelle prime settimane di Sudafrica 2010, è sembrato improvvisamente vecchio davanti ai ragazzini tedeschi che corrono come dannati, che attaccano in dieci e che in dieci difendono come in un indemoniato calcetto in un campo grande.
Il punteggio finale è stato pesantissimo, ma rispecchia l'andamento di una partita nella quale la Germania è stata perfetta in difesa e devastante in attacco, ordinata e divertente allo stesso tempo, senza sbagliare niente. Guidata con autorità da Bastian Schweinsteiger, capitano e trascinatore, diga e uomo assist, cuore e cervello della squadra. Il disastro argentino, invece, non salva nessuno. Nemmeno Leo Messi, che pure nel primo tempo era stato forse il meno peggiore dei suoi. Maradona se n'è andato dal Mondiale trascinandosi dietro una difesa sciatta e approssimativa, e con due attaccanti, Higuain e Tevez, che non hanno creato nemmeno un vero pericolo alla porta di Neuer (tutto sommato il più sfaccendato dei suoi), mentre Milito è rimasto ad appassire in panchina.
Troppo forte questa Germania, capace di rifilare due poker consecutivi a due nazionali di grande spessore. Ma è proprio la squadra tedesca l’esempio da seguire, per l’organico giovane e il gioco corale. Una bella rivincita verso il calcio delle individualità argentine. Forse finalmente inizieremo a capire che Messi non è Maradona e che nel Barcellona non è Messi che fa girare la squadra ma l’opposto. Non è un caso se Maradona 24 anni fa vinse un Mondiale praticamente da solo mentre La Pulce, pur giocando in una nazionale di campioni, non è riuscito a prendere in mano la squadra. Certo hanno pesato anche alcune scelte di Maradona. Perché se stai perdendo a mezzora dalla fine, vale la pena rischiare un Milito o un Veron. Per non parlare del fatto che in una difesa ballerina come quella di ieri un Samuel era indispensabile e a centrocampo Mascherano è apparso troppo solo in balia degli avversari (serviva per caso un Cambiasso?).
Il Mondiale perde un’altra big ma niente paura, promette lo stesso divertimento ed emozioni. Il calcio è bello anche per questo. Perché non sempre vincono i più forti. O comunque quelli che tutti indicano come i più forti.

sabato 3 luglio 2010

URUGUAY IN SEMIFINALE DOPO 40 ANNI



MONDIALI DI CALCIO 2010 – QUARTI DI FINALE
URUGUAY-GHANA 5-3 d.c.r (1-1 d.t.r.)
45' Muntari (G) - 55' Forlan (U)
SEQUENZA DEI RIGORI: Forlan (U) goal, Gyan (G) goal, Victorino (U) goal, Appiah (G) goal, Scotti (U) goal, Mensah (G) parato, Pereira M. (U) alto, Adiyiah (G) parato, Abreu (U) goal.
Pazzesco, imprevedibile, drammatico. E' il finale di Uruguay-Ghana, minuto centoventi di una partita giocata a viso aperto, equilibrata, chiusa sull'1-1 per le reti di Muntari e Forlan. Dunque supplementari, gli africani ci provano, i sudamericani badano a non scoprirsi. Un'occasione, una soltanto, la concedono: Adiyah colpisce di testa, Suarez para sulla linea. Non è il portiere, rosso e rigore. L'arbitro portoghese Benquerenca aspetta l'esecuzione di Gyan per fischiare la fine. L'ex Udinese e Modena calcia potente, centrale, sulla traversa. Il dramma del Ghana inizia qui e finisce dieci minuti più tardi, con "saracinesca" Muslera che para due tiri dal dischetto e porta l'Uruguay in semifinale a quarant'anni di distanza dall'ultima volta.
Piangono i calciatori del Ghana e la gente sugli spalti. Niente Africa in semifinale, Muntari e compagni fanno la fine di Camerun e Senegal di Mondiali passati. L'appuntamento con la storia è rimandato. Il rumore fino a quel momento assordante delle trombe di plastica è improvvisamente cessato. Sulle facce di tanti una tristezza palpabile, mai come questa volta una singola nazionale ha rappresentato tutto un continente, e per incitarla si era scomodato perfino Nelson Mandela.
Al termine di una partita interminabile e densa di emozioni, gli uomini di Tabarez si sono dimostrati più precisi e più freddi dagli undici metri rispetto ai giocatori ghanesi, e in semifinale affronteranno l'Olanda, giustiziera del Brasile. Esce a testa alta dai mondiali il Ghana, che anzi, alla luce di quanto ha fatto vedere nel secondo tempo supplementare, avrebbe meritato di vincere.
Troppo facile identificare con il rigore sbagliato da Gyan Asamoah all'ultimo minuto del secondo tempo supplementare la chiave di volta del match. Ma così è. E se Gyan avesse trasformato, coronando in tal maniera un secondo tempo supplementare giocato superbamente dalla sua squadra e una sua prestazione personale come migliore in campo, saremmo qui a parlare non solo di un'altra partita, ma di un altro Campionato del mondo.
Sono pochi gli sport che sanno regalare emozioni così intense, concentrate in pochissimi atti. Partite come quelle di queste sera se ne vedono una ogni quattro anni, se va bene, ma quando si ha il piacere di assistervi, non si dimenticano facilmente. L'Uruguay è in semifinale dopo quarant'anni tondi tondi: complimenti al suo leader fuori dal campo, il pacato e competente Oscar Tabarez, e al suo leader in campo, il grandissimo Diego Forlan.

Olanda, il colpo che non ti aspetti


Alla vigilia di Olanda-Brasile, quarto di finale più spettacolare assieme a Germania-Argentina, i favori del pronostico pendevano nettamente verso la Seleçao di Dunga. Più campioni, gioco spumeggiante, reparti fortissimi senza nessuna eccezione, mentre gli orange, fortissimi dalla cintola in su, non davano le dovute garanzie nel pacchetto arretrato, troppo fragile per reggere all'urto dei giocolieri brasiliani.


Peccato che nel calcio nulla sia scontato, e guardando tra le pieghe della gara si capisce benissimo perchè l'Olanda, questa Olanda, abbia battuto un Brasile fin troppo sicuro di sè e del passaggio del turno.


Sneijder, innanzitutto. Il piccolo trequartista dell'Inter, scaricato dal Madrid assieme a Robben, oggi vale ben più del Kakà versione ridotta preso dalle stesse merengues e che ieri si accendeva a tratti, ricordando di tanto in tanto chi è stato fino a due anni fa. L'olandese invece è un motore perpetuo di idee, sempre nel vivo del gioco e sempre pericoloso col suo piede telecomandato: propizia l'autogol dell'1-1, segna addirittura di testa il gol della qualificazione, e dopo aver castigato Slovacchia e Giappone, sprinta verso la finale con la consapevolezza di aver scalzato probabilmente i suoi colleghi verdeoro nella caccia al prossimo Pallone d'Oro.


E vogliamo parlare di quel satanasso di Robben? Assolutamente devastante, imprendibile e mai banale. Raramente si ferma a specchiarsi in giocate da circo, eppure come riesce a spaccare le difese lui, in questo momento non vedo altri in circolazione. E ci può stare che, dopo averlo visto a destra, a sinistra, praticamente ovunque, a un mediocre come Melo venga il raptus di follia che poi è sfociato nel rosso diretto.


Già, Melo. Che è un sopravvalutato lo dico da due anni, ma riesce sempre a stupirmi con la sua capacità di partorire cappellate sempre nuove e sempre in momenti cruciali della partita. Dopo aver fornito a Robinho l'assist da dieci e lode del vantaggio brasiliano, mister 25 milioni disfa la tela incornando nella sua porta il cross di Sneijder, ingannando così anche Julio Cesar, poi completa l'harakiri con il calcione gratuito e violento a Robben che di fatto stronca le residue speranze di rimonta del Brasile. Follia pura, e adesso mi viene da ridere pensando a chi ancora lo reputa un centrocampista di livello mondiale: basta davvero poco a creare dei personaggi, oggi.


E così passa l'Olanda, in una gara che onestamente il Brasile sembrava avere in pugno ma che poi improvvisamente è cambiata attorno all'episodio del gol del pari. Il copione che sembrava scritto, si è modificato in corso d'opera con la ferocia che solo il calcio riesce a imprimere alle sue gare, rivoluzionandone equilibri e direzioni. Nulla o quasi però succede per caso, e Dunga avrà di che meditare sulle cause che hanno portato alla distruzione di un sogno chiamato hexa, il sesto titolo mondiale.


Un pò di fortuna, dopo i due titoli mondiali sfumati tra il '74 e il '78, gli olandesi se la meritavano. A smontare quella macchina perfetta guidata da Cruijff e che aveva rivoluzionato il modo di concepire il calcio con il "calcio totale", si misero prima la Germania di Breitner, poi la dittatura di Videla: adesso, c'è l'Uruguay di Tabarez tra gli arancioni e la storia, che quest'anno può davvero riscriversi.

CLAMOROSO COLPACCIO OLANDA, BRASILE ELIMINATO!!!



MONDIALI DI CALCIO 2010 – QUARTI DI FINALE
OLANDA-BRASILE 2-1
9' Robinho (B) - 52' aut. Felipe Melo (O) - 67' Sneijder (O)
Il risultato che non ti aspetti. Brasile-Olanda era sfida tra due grandi nazionali ma i pronostici pendevano decisamente dalla parte dei verdeoro. Che a sorpresa tornano a casa. Sembrava un pomeriggio magico per la Selecao, passata subito in vantaggio al 9' con Robinho e padroni assoluti del campo per un tempo. Ma nel calcio nulla può essere dato per scontato. L’Olanda è più convinta nella ripresa, un'autorete di Felipe Melo, un gol di Sneijder e l’espulsione di Felipe Melo invertono le sorti della gara che vedono trionfare gli orange.
L’Olanda, storicamente bella, persino magnifica, ma impossibile, stavolta è al massimo carina, però porta a casa un grandissimo risultato, e il 6 luglio contro l’Uruguay scenderà in campo da favorita verso quella finale che manca da 32 anni. Il Brasile di Dunga, accusato di essere troppo pragmatico, paga invece gli sprechi davanti, ed errori difensivi che non sembravano appartenergli.
Probabilmente la svolta alla gara l’hanno data Sneijder e Felipe Melo. L’olandese, sempre più protagonista di questo Mondiale, ha trascinato insieme a Robben i suoi mentre il centrocampista juventino prima ha segnato un autogol e poi si è fatto espellere per un fallo cattivo e ingenuo lasciando il Brasile in inferiorità numerica proprio nel momento di maggiore difficoltà.
Questo Mondiale fa un’altra vittima illustre. Dopo Italia, Francia e Inghilterra torna a casa anche il Brasile. Il Dio Pallone dà un bel schiaffone in faccia a chi già pronosticava una finale tutta sudamericana Brasile-Argentina. Non possiamo comunque trascurare i meriti di un’Olanda che è arrivata qui con l’etichetta di outsider e si sta rivelando una delle nazionali più forti ed interessanti. Non dimentichiamoci che Sneijder e compagni hanno conquistato la qualificazione alla fase finale vincendo 8 gare su 8 e stanno continuando su questa striscia positiva visto che sono gli unici che hanno vinto tutte le gare del Mondiale fin qui disputate.
La semifinale la mette di fronte un avversario abbastanza agevole. La finale è molto vicina e chissà che finalmente gli uomini di Van Marwijk non riescano a realizzare ciò che non riuscì all’Arancia meccanica di Johan Cruyff, vincere il titolo Mondiale.

giovedì 1 luglio 2010

VERSO GERMANIA-ARGENTINA...

Fonte: BarSport

Il Ceo Jordaan:"Questa è un esperienza importante per il Paese e continueremo su questa scia"

Il CEO (Chief Executive Officer) del team organizzativo del Mondiale Sudafricano, il Dottor Jordaan ribadisce oggi a un solo giorno dall'inizio dei quarti di finale quanto si stata importante questa esperienza per il Sud Africa e per il suo popolo, e che si impegneranno anche per ospitare i Giochi Olimpici, pare si siano già messi in contatto e a lavoro per questo.
Jordaan parla poi di un sogno, il sogno di Nelson Mandela e di Desmond Tutu, Premio Nobel per la Pace nel 1984 e Arcivescovo Emerito di Città del Capo. Queste le parole del CEO:
This is the dream of Mandela and a dream of Tutu and has been 16 years of hard work. This dream is an incredibly exciting experience for all of us.
Questo è il sogno di Mandela e il sogno di Tutu e sono 16 anni di duro lavoro. Questo sogno è un esperienza incredibile ed emozionante per tutti noi.
Poi si ferma anche ad accennare pronostici e commenti sulle squadre in lotta per il titolo, rivolgendo anche attenzione al Ghana che ha già fatto tanto per il continente africano.
Concludendo Jordaan afferma che questa fantastica esperienza della Nazione verrà tradotta presto in successive azioni volte a continuare su questa strada e continuare ciò che si è fatto di buono. E il prossimo obiettivo sembra proprio essere quello di ospitare i Giochi Olimpici.

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