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martedì 29 giugno 2010

PARAGUAY: E' STORIA, I QUARTI ARRIVANO AI RIGORI


MONDIALI DI CALCIO 2010 – OTTAVI DI FINALE
PARAGUAY – GIAPPONE 5-4 d.c.r (0-0 d.t.r.)
Sequenza rigori: E.Barreto (P) GOAL; Endo (G) GOAL; Barrios (P) GOAL; Hasebe (G) GOAL; Riveros (P) GOAL; Komano (G) TRAVERSA; Valdez (P) GOAL; Honda (G) GOAL; Cardozo (P) GOAL
Paraguay-Giappone era la partita dei rimpianti, per l’Italia, prima del fischio d’inizio, lo diventa a maggior ragione dopo il fischio finale. Che premia il Paraguay, che pure non ha brillato per nulla, dopo i calci di rigore di una partita davvero modesta, chiusa sullo 0-0 prima dei tiri dal dischetto, i primi di questo Mondiale. Finisce 5-3, con penalty decisivo di Cardozo, che punisce l’errore di Komano. E così i paraguayani raggiungono i quarti per la prima volta nella loro storia, quarta squadra sudamericana tra le prime 8 a Sudafrica 2010. Le altre, in ordine cronologico, sono Uruguay, Argentina e Brasile.
La selezione di Gerardo Martino, tecnico di ascendenze calabresi, compie un'impresa storica approdando per la prima volta nella sua storia fra le migliori otto del Mondiale, un risultato in cui pochi speravano alla vigilia della partenza per il Sudafrica, nonostante l'ottimo comportamento nelle eliminatorie sudamericane qualche sogno lo avesse alimentato.
Prima di arrivare ai rigori in cui il Paraguay si è imposto per 5-3, quindi con il 100% di realizzazione, si era assistito ad una partita condizionata soprattutto dalla possibilità di lasciarsi sfuggire un risultato storico. Il Giappone aveva manovrato per larghi tratti evidenziando la propria capacità di gestire il gioco, con un centrocampo a cinque a supportare Honda in avanti. Si pensava che il tridente paraguayano, prima con Benitez assieme a Santa Cruz e l'argentino naturalizzato Barrios, e poi con l'ingresso di Valdez al posto del n. 10, avrebbe avuto la meglio sui giapponesi, invece senza mai perdere la calma il reparto arretrato dei 'Blue Samurai', ben orchestrato dal brasiliano Tulio Tanaka, riusciva a farsi valere.

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